Le tue storie avvolte dal fascino
dell'espressione "cielo e terra"
incantavano la mia immaginazione
con quadri visivi di immense distese
di grano penetranti
tra le linee infinite dell’orizzonte.
E nell’inventarmi
tua compagna di viaggio,
fiutavo e respiravo
sorprese e avventure,
certa che ti avrei raggiunto
nel nostro rifugio di cielo e di terra.
E quella sera,
dove i fari nervosi delle auto
si intrecciavano con le luci dei lampioni,
è risaltato un luccichio di rotaie:
in quella stazione è sostato il tuo treno.
Ti ho ritrovato
nell’unico posto che mi hai riservato
e nel silenzio narrante
è proseguito il nostro viaggio.