La poesia è stata letta all'inaugurazione della mostra di pittura, il 13 febbraio '19 presso il Centro Nicolini di Fontaniva, in omaggio a Giancarlo Rosiglioni.
Lo sguardo di un amico
è luce che dà chiarore al silenzio,
il silenzio delle parole taciute
e note a chi comprende l’intesa.
L’intesa di una mano
che sorregge ponti dalle sponde lontane,
sponde di fiumi tracimanti
di inquiete correnti.
Lo sguardo di un amico
è un fiore spuntato tra i rovi,
un semplice fiore
che innalza la sua umile presenza;
è una luce d’emergenza
quando fulmini e saette
fanno saltare la corrente;
è un archivio prezioso
sempre presente per essere consultato,
sempre disposto a essere incartato.
Lo sguardo di un amico
è la distesa azzurra di un quieto lago
dalla cui riva ammirare
voli intrecciati di uccelli in libertà.
Lo sguardo di un amico
è respiro di libertà.
La poesia è stata letta durante lo spettacolo benefico "Ricordi di un amico e di un bar" presso il teatro Palladio il 2 settembre '17, organizzato dal Gruppo creativo Dilettantarte, con il patrocinio del Comune di Fontaniva, Assessorati Sociale, Cultura e Commercio
Si è srotolato un gomitolo,
un gomitolo di filo,
non si sa di quale colore.
Ne ha fatta di strada questo filo:
è corso liscio in discesa,
si è incagliato negli arbusti,
si è strappato,
rannodato,
nuovamente strappato
e ancora riannodato.
Ci è voluta tanta costanza
per non perderlo di vista,
ci è voluto tanto coraggio
per scendere lungo il pendio
e cercare il limite
dove si era arrestata la sua corsa.
Si è srotolato un gomitolo:
mani pazienti lo hanno riavvolto,
lo hanno lavato nell’acqua corrente,
i raggi del sole gli hanno ridato colore.
E ora che il gomitolo è riavvolto
si è trasformato nella meraviglia
di un discorso sempre aperto,
impreziosito dalle calde parole dell’amicizia
con i suoi giri infiniti, semplici e complicati
che si perdono e si ritrovano
nel cuore di chi non sa mentire.
È il cuore sincero di un amico
con cui sedersi a tavola
per rievocare le vecchie imprese
annebbiate dal tempo,
per farsi quattro chiacchiere e una bevuta
e ammettere che non c’è da meravigliarsi
se, in fondo, si è ancora felici.
La poesia è stata letta all'inaugurazione della mostra di pittura "Perle d'Arte" sabato 20 maggio '17 presso il Centro Nicolini di Fontaniva
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Ho donato una perla:
immutato nel tempo
resterà il suo valore
e il ricordo di un affetto
lascerà il proprio timbro nel cuore.
Una perla è bellezza,
una rara bellezza:
perenne è la sua fioritura
e dalle sue faccette mutevoli
emana luce che spennella
ogni tipo di ombra.
Una perla è la forza
di una parola nel momento
della decisione,
è vento caldo che asciuga
una ferita,
è risata chiassosa che orna
una giornata di vita.
È perla qualsivoglia cosa
si voglia donare
perché la perla è immagine
immortalata di una storia
d’affetto vissuta,
sempre nuova,
sempre fresca,
sempre succosa
come una dolce pesca matura.
La poesia è stata segnalata al Concorso di Altino, edizione 2017
E navigando nei ricordi sono approdata
alla basilica di Sant’Apollinare in Classe.
Rammento di essere entrata
in un giorno feriale,
mentre la luce musiva dell’abside
avvolgeva il mio animo in viaggio
alla conquista di un sito sicuro.
E nella mia mente è ricorrente
l’immagine di una donna,
vista di spalle,
a lavare il pavimento:
una donna semplice,
simbolo di modesta quotidianità,
di serenità accettata,
di equilibrio collaudato
di chi non si arrischia
di avanzare spericolate pretese.
Dono del quadro "Le chiaviche di Camerini" da parte di Ermida Simioni, accompagnato da due mie poesie sul fiume Brenta, per la Sala Consigliare del Comune di Fontaniva (PD), durante la riunione, in sala Nicolini, del Consiglio Comunale il 27/02/2017
La poesia è stata letta durante lo spettacolo benefico per le scuole materne di Fontaniva e San Giorgio in Brenta, presso il teatro Palladio il 18 febbraio '17, organizzato dal Gruppo creativo Dilettantarte, con il patrocinio del Comune di Fontaniva, Assessorati Sociale, Cultura e Commercio
È in viaggio una carrozza:
vaporosi pennacchi
troneggiano sulla testa
di bianchi cavalli,
ornati di finimenti dorati,
mentre una fata
vestita di vento
tiene le redini
seduta in cassetta.
È in viaggio uno scrigno
lucchettato e con ceralacca
sigillato: viene trasportato
per monti, valli e piani.
Vietato tentare di forzarlo:
quello scrigno tiene in serbo
la formula di un mistero!
È il mistero
che, con slancio, ci fa
aprire una finestra,
ci fa scoprire panorami
dagli orizzonti infiniti,
ci fa scorgere calici
di abbondante rugiada.
È il mistero
che ci fa sentire il sussurro
del fruscio delle foglie,
l’odore dell’erba,
il miracolo del canto.
E la fata vestita di vento
è giunta a destinazione:
congeda i bianchi cavalli,
li libera dalla morsa del freno.
È lieve il suo passo
e nell’aprire lo scrigno
danzano le sue mani.
La formula del mistero
è in buone mani.
Sono le buone mani della magia
che sapranno farci trovare
qualche zolletta di zucchero
per farci gustare, sempre e ovunque,
il sapore dolce della felicità.
La poesia è stata letta durante la serata su "Le Tavole di Natale", organizzata dal gruppo creativo Dilettantarte di Fontaniva il 9 dicembre '16
Ci sono parole mai pronunciate,
voci mai ascoltate,
frasi mai iniziate!
Accendiamo i microfoni,
colmiamo il vuoto
di questa lunga attesa!
Un’attesa rimasta per tempo bloccata
per un ponte interrotto,
per una promessa non mantenuta,
per un dono mai ricevuto.
Questo è il buon momento
per liberare la via
al viaggio dell’attesa:
tavoli di luce
diventeranno staffetta di accoglienza
per offrire un microfono
a tutte le voci mai ascoltate.
Ci sorprenderà il sentire
la bellezza di una semplice parola.
La poesia è stata segnalata al Concorso di Altino, edizione 2016
Io non so quante tasche
ci siano in quella valigia
che sovrasta le nuvole,
che viaggia oltre il sole e i pianeti
negli spazi dei cieli infiniti.
Io non so numerare le storie
protette in quella valigia,
io non so se rimarrà
sempre libera una tasca
per accogliere la mia storia
e mettere al sicuro affetti ed emozioni.
Io non so se rimarrà
sempre libera una tasca
per offrire una stabile dimora
a chi prova ad afferrare
quella valigia per vivere
avventure,
cadute,
sorrisi
e illusioni.
La poesia è stata letta durante lo spettacolo benefico per la chiesa di Fontaniva, presso il teatro Palladio il 13 febbraio '16, con il patrocinio del Comune di Fontaniva, Assessorati Sociale, Cultura e Commercio
La danza delle luci
rendeva chiaro l’orizzonte,
non vi era pericolo di smarrimento.
Senza preavviso è scesa la nebbia
rendendo dubbiosi i riferimenti
presso cui sostare.
Così è scesa la nebbia:
una serranda è srotolata a terra
con violenza improvvisa!
Quanta inquietudine!
Quanta speranza
di ritrovare il sole!
Solo la generosa forza
di una serrata di mani
potrà alzare la serranda chiusa!
Un fiume di luce tutto invaderà,
diventerà forza per i nostri sorrisi,
dapprima tremanti,
si trasformerà in colloqui mai finiti
per far durare nel tempo
la carezza delle luci danzanti.
La poesia è stata letta durante la serata dell'11 dicembre '15 organizzata dal gruppo creativo Dilettantarte di Fontaniva
Ho ricevuto un sorriso
a piene mani,
ho ascoltato il fremito
del mistero,
ho parlato la lingua
del mondo,
ho accolto l'altro
da me,
ho imbandito tavoli
nel cielo.
Abbiamo danzato sul palco
delle nuvole,
abbiamo cantato melodie
di silenzi
ed è sceso un tepore
di pace.
La poesia è stata segnalata al concorso di Altino, 5 settembre 2015
Sgela la neve,
sgorga un rivolo d’acqua:
sbatte sui massi,
si trasforma in ruscello,
diventa un fiume.
Un ingorgo di pali e ramaglie
blocca la corrente,
devia il percorso,
crea la piena.
Allora teniamoci pronti
con i sacchi di sabbia:
sgretoliamo il timore
aspettando la piena,
rinforziamo di pietre
i nostri argini
e così potremo
ricominciare a respirar.
